Spunti di riflessione: Propaganda live e Left n°20

Volevo spendere due parole riguardo alla questione posta nel programma Propaganda Live sulla questione di genere.

Sono cresciuta in una famiglia in cui il ruolo femminile è quello tradizionale: devono occuparsi della casa, dei figli se ci sono, ma allo stesso tempo devono avere un’indipendenza economica, ma ci sono sempre cose da donna e cose da uomini, quest’ultimi al massimo devono aiutare le donne nei compiti che competono loro, ma fare il contrario non sta bene.

Confesso che non è stato facile e non è tutt’ora facile togliersi di dosso questo modo di vedere le cose, perché quando la mia casa è sporca e in disordine, praticamente sempre, un senso di colpa mi assale misto ad un senso di inadeguatezza e anche se so che quello che conta è ciò che mi fa stare bene rimane comunque un eco che dà fastidio.

Così quando Rula Jebreal ha deciso di non partecipare al programma Propaganda LIve perché unica donna tra tutti uomini ho dovuto far mente locale per rendermi conto di quanto questa cosa la sentissi giusta senza capirla.

E’ stato mio fratello Marco a farmelo capire in modo davvero chiaro, quando discutendo riguardo questo argomento mi ha chiesto : ” quindi se ti invitassero ad un congresso in cui si sono solo uomini non ci andresti?”.

Forse prima di quello che ha fatto Rula Jebral avrei risposto sì a quella domanda, perché la cultura patriarcale è così interiorizzata e naturalizzata che non ci avrei visto niente di strano, da tutta la vita noi donne siamo in minoranza e anche quando siamo in maggioranza, come in facoltà o tra colleghi, rimaniamo sempre ai margini delle posizioni di potere.

Dopo il gesto di Rula posso rispondere “NO non ci andrei”, perché lei mi ha fatto capire che possiamo con le nostre azioni fare la differenza.

Non avevo mai visto Propaganda Live, (che per me è sempre e solo una perfomance dei Muse dal vivo), ma ho deciso di guardare la puntata incriminata e ascoltare come l’autore spiegava il fatto.

Volendo sintetizzare al massimo Rula si era trovata ad essere l’unica donna invitata perché nel programma quello che è importante è la competenza degli ospiti e non il genere, traghettando il pensiero di chi ascoltava in un mare agitato e pericoloso, in cui le donne competenti sono così poche da non poter neppure essere, anche se in minoranza, più di una.

In seguito a questo fatto e alla nuova guerra a Gaza sabato scorso ho deciso di tornare al cartaceo e ho acquistato Internazionale e Left.

Sfogliando Left, rivista davvero interessante con spunti di riflessione dei più svariati, possiamo notare i nomi degli autori degli articoli sono divisi in modo equo tra donne e uomini, articoli che parlano di geopolitica, di società di immigrazione, di libri, musica e tempo libero.

Esistono molte donne che sono capaci di scrivere, recitare, calcolare, parlare, divulgare e fare politca, esistono poche donne che sono cresciute sapendo di contare come un uomo, di essere intelligenti come un uomo, di avere le stesse possibililtà di un uomo, questo deve finire ed è per questo che il gesto di Rula ha cambiato ancora una votla il mio modo di vedere il mondo e di leggere le riviste.

2 Risposte a “Spunti di riflessione: Propaganda live e Left n°20”

  1. Il gesto di Jebreal (che può essere o meno una mera giustificazione per non parlare della Palestina, ma questo è un altro discorso) comunque è il modo più efficace per spezzare questa catena: boicottare, far notare che c’è effettivamente una disparità, anche negli ambienti consacrati della sinistra. Poteva Jebreal accettare l’invito e far presente che era l’unica donna su 7 ospiti? Certamente, ma avrebbe avuto lo stesso eco mediatico? Non di certo

    1. Grazie Chiara per il contributo.
      Premetto che non ho mai guardato Propaganda LIve se non nei casi che ho indicato nel mio intervento, ma da quello che ho capito leggendo commenti qua e là, sembra che una collaboratrice avesse fatto un intervento che sottolineava la cosa, proprio perché veniva chiamata solo quando non c’era Aprea.
      La problematica della parià di genere secondo me è molto complicata proprio perché interiorizzata e da noi donne subita da sempre.
      La spiegazione di Zoro l’ho trovata deprimente perch, di fatto, andava a giustificare il comportamento della Jebreal dimostrando che il problema andava affrontatao in quel modo.

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