La sala d’attesa

Inauguriamo oggi una nuova sezione  “La sala d’attesa” , che tratterà di un’altra mia passione: i fumetti.

Come in ogni sala d’aspetto che si rispetti devono esserci per ingannare il tempo tra un paziente ed un altro, così pubblicherò ogni tanto qualche opinione sui fumetti che sono solita leggere.

Prima di iniziare, però,  voglio raccontarvi il motivo per cui questo progetto prende vita.

Come già sapete non ho un buon rapporto con i social media, infatti “dottoressa Silvia” nasce proprio dalla mia espulsione da Facebook, per ben due volte.

Da oltre un lustro frequentavo un sito che tratta di fumetti, non in modo costante, non sono un’esperta e preferivo leggere, ma in tutto questo tempo avevo pubblicato circa cento recensioni di albi usciti in edicola,  col mio stile che conoscete, definiamolo “personale”.

Alcuni utenti li conosco personalmente con altri solo virtualmente, ma era un ambiente familiare e piacevole.

Fino a poco tempo fa.

Un giorno come un  altro ho pubblicato la mia opinione, che come al solito, si trovava ad apertura del numero a cui sarebbero seguiti tutti i commenti.

Come un fulmine a ciel sereno un utente si indigna, si arrabbia e mi offende in modo volgare e sessista, per aver espresso un’opinione diversa da quella degli altri utenti.

Sbatto la porta e me ne vado, togliendomi qualche sassolino dalle scarpe.

Il tizio in questione rincara la dose dicendo che mi dovrei vergognare a scrivere cose che offendono la sua intelligenza e che sono una pennivendola, continuando con i commenti sessisti.

Non è nulla di eccezionale, cose che sui social si vedono di continuo, ma vorrei farvi riflettere non su quello che questo utente cafone ha scritto, ma su quello che GLI ALTRI hanno fatto: commenti per lo più che vertevono sul fatto che egli non potesse permettersi di dire cosa scrivere, che le opinioni erano personali e non la voce del forum, il quale deve essere libero e non censurare le opinioni.

Il punto era questo: il forum deve essere libero, sacrosanto e giusto, ma in questo caso la cosa fondamentale  sono gli insulti,  che l’utente aveva già usato in passato, certo più blandi, ma della stessa qualità che in un crescendo sono giunti alla vetta.

Le parole dell’amministratore  del gruppo sono paradigmatiche, definisce l’utente “sebbene spesso al limite della tollerabilità con i suoi interventi, ha un suo “stile di scrittura” che conosciamo e che non nego mi abbia fatto ridere più di una volta. Ma un messaggio come quello di ieri è intollerabile, sia per il regolamento “formale” del forum, sia per lo spirito che lo anima”

Quello che è successo è un atto di bullismo.

 

Il problema del bullismo non risiede nel bullo, o meglio il bullo ha un problema, ma è personale, non riesce a gestire le emozioni, ha complessi di inferiorità, o come i protagonisti della vignetta ha avuto un modello e lo imita, il vero problema del bullismo risiede negli altri, nel pubblico.

Un bullo vive sempre un’escalation, in cui i suoi comportamenti saranno considerati divertenti o gli porteranno potere e rispetto: in ogni caso sarà l’approvazione del pubblico a rendelo un bullo, ed è per questo che dovremmo sempre seguire le parole di una vecchia canzone di Daniele Silvestri:

“Immagina uno slogan detto da una voce sola, è debole e ridicolo è un uccello che non vola, ma lascia che si uniscano le voci di una folla e allora avai l’effetto di un aereo che decolla…”

E continua :

“Il numero è importante, dà peso alle parole per questo tu ogni volta prima pensale da sole e se ci trovi il minimo indizio di violenza ricorda che si eleverà all’ennesima potenza” [Voglia di Gridare]

In conclusione ricordatevi sempre che dietro ad un bullo c’è un branco di persone senza spina dorsale che lo nutrono e gli permettono di essere quello che è.

Non siate una di quelle persone, se non riuscite a reagire, almeno non mischiatevi con esse : sbattete la porta e andatevene.

A presto con la prima recensione!

19.08.2017