La strada – Mccarthy

La vista di un semplice carrello rievocherà per sempre linfinita gamma di emozioni che “La strada” riesce a suscitare.
La gamma dei colori sui toni del grigio compongono un affresco cupo, che odora di malinconia e si veste di ricordi troppo presto dimenticati.
Vite spezzate, dalla evidente catastrofe che ha avvolto il mondo, quel mondo che non tornerà, per com’era e per come si ricorda chi lo ha vissuto.
Se la trama è stringata, quasi inesistente, a fare da calamita è la forza dei personaggi, due in realtà, padre e figlio e la loro capacità di rispondere ad un mondo con un approccio opposto, quasi la speranza, impossibile da spengere, si trasferisse da padre a figlio.
La tridimensionalità dei personaggi fa sì che ci si trovi dietro un albero a guardare queste due gocce di vita in un universo morto, consapevoli che quello che vediamo è un futuro neache poi così distopico.
Moltissimi i piani di lettura, impossibile analizzarli tutti; vorrei però evidenziare è quello sociopedagocico, in cui il figlio per vivere la sua vita, nel suo mondo deve necessariamente liberarsi di un padre che non riesce a dimenticare.
Un libro che davvero non può mancare in nessuna libreria e soprattutto in nessun immaginario.

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