La sala d’attesa- Ozrak

Su consiglio della bravissima Violetta Rocks, youtuber di grandissimo talento e competenza, come davvero pochi altri (se non la conoscete vi consiglio di cercarla su You Tube) mi sono guardata Ozrak, serie TV americana trasmessa in streeming su Netflix.

La serie tratta, in sintesi, della famiglia Byrde e di tutte le sue fatiche per riciclare i soldi di un cartello messicano della droga.

Il tema non mi attraeva e nonstante Netflix avesse più e più volte cercato di convincermi c’è voluta Violetta per riuscire nell’intento.

Avevo appena visto Inventing Anna e la sua analisi mi aveva stregato.

Il caso ha voluto che la protagonista Julia Garner , fosse una delle protagoniste di Ozrak e così… Ozrak è stato.

E’ stata dura finirlo, non saprei neppure perché, qualcosa mi tratteneva dal vedere oltre il piano narrativo, mi impediva di calarmi, empatizzare, mi impediva in qualche modo di capire quello che stavo vedendo.

Devo dire che per me il media cinema/serie TV è quasi solo intrattenimento e non riesco mai ad andare in profondità.

E’ stato col finale, quasi catartico, che tutto è diventato organico, come quei quadri che solo da lontano puoi sentire e interiorizzare.

Ho finito di vederlo da un giorno e ancora il mio cervello segue i fili narrativi senza trovarvi errori e i vari piani di lettura cominciano a palesarsi.

Senza entrare nei dettagli, ciò che più mi è rimasto addosso è la feroce critica sociale che nel sottofondo è presente in ogni secondo, critica al mondo capitalistico e distorto statunitense.

La vera protagonista è l’ipocrisia, che si fa regina a Ozrak, cittadina non a caso nata su un lago.

Ozrak diviene paradigma di un certo tipo di società, basata sui privilegi mascherati da merito, delle enormi contraddizioni che alimentano il nostro modo di vivere.

Sull’idea collettiva di cosa sia la ricchezza, quasi un archertipo di cui non si hanno le coordinate, significativo un passaggio in cui due dei ragazzi protagonisti, nati da una famiglia disagiata socialmente ed economicamente, fantasticando sul futuro fatto di ricchezza, uno di loro immagina di costruire lì dove adesso c’è la loro roulotte una grande casa con la piscina; l’altro chiede quale possa essere il senso di costruire una piscina in riva ad un lago: la risposta è che è la prima regola di essere ricchi.

Non importa quanto sei dotato, quanto sei intelligente, determinato e motivato, se nasci povero le tue probabilità di diventare ricco sono del 2%, per questo i genitori che riciclano il denaro continuano a dire che lo fanno per i figli, pur rubando loro l’infanzia e l’adolescenza, creando traumi che solo anni di analisi forse potranno risolvere, lo fanno per i figli, perché nella società americana e purtroppo ormai sempre di più anche in quella europea se nasci povero resti povero.

Una serie che consiglio per le tante riflessioni che costringe a fare, pur non avendo amato per niente la trama né i personaggi (che comunque sono scritti benissimo).

Se qualcuno lo ha visto e intende vederlo vi aspetto nei commenti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.