Se avete capito la definizone di scompenso cardioaco, adesso possiamo cminciare ad elecarne le cause.
Ne esistono alcune di base e altre scatenati.
La cause di base è nella gran parte dei casi l’infarto miocardico acuto e solo dopo le cardiomiopatie congenite (cioè presenti dalla nascita) e acquisite (per esempio conseguenza della rottura di una valvola o della pressione alta).
Il concetto è piuttosto semplice: il cuore, per sua natura deve pompare il sangue a tutto il corpo, immaginate l’acqua di un pozzo profondo due metri che deve essere portata ad una casa, immaginate la forza che dovreste fare a tirare su il secchio pieno d’acqua: questo è più o meno quello che il cuore deve fare ad ogni battito: produrre una pressione tale da far si che il sangue faccia tutto il giro del corpo, rilasci l’ossigeno, riprenda l’anidride carbonica, arrivi nei polmoni e poi finalmente ricominciare il ciclo.
Quando c’è un’insufficienza cardiaca è come se colui che tira la corda dal pozzo avesse un braccio dolorante, applicando un po’ più di forza con l’altro riuscirebbe comunque a portare il secchio in superficie, ma cosa succederebbe se a quel braccio improvvisamente venisse un crampo oppure ancora peggio si rompesse un tendine? Il secchio cadrebbe rovinosamente in fondo al pozzo: questo è quello che accade al cuore quando si verifica una delle cause scatenati.
Andiamo ad elencare le più comuni:
- Infezioni
- Aritmie
- Eccessi fisici, dietetici, liquidi, emotivi
- Un nuovo infarto miocardico
- Embolia polmonare
- Anemia
- Tireotossicosi
- Gravidanza
- Aggravamento dell’ipertensione arteriosa
- Miocardite reumatica, virale o di qualsiasi altra origine
- Endocardite infettiva
Molto spesso la diagnosi di scompenso viene fatta in uno di questi casi, poiché clinicamente l’insufficienza cardiaca compensata non dà segni clinici.
Importante, dunque, è non sottovalutare mai una stanchezza esagerata o una dispnea dopo uno di questi eventi.