La pillola della sera: la dignità dei poveri

Come sapete ho scelto di svolgere la professione in un regime libero professionale, rininciando alla convenzione con lo Stato, perché ritengo quel contratto profondamente contrario ai miei principi.

Per restituire un po’ della fortuna che ho avuto nel nascere in occidente, nell’avere un’intelligenza che mi ha permesso di realizzare il mio sogno e di autodeteminarmi, ho deciso da oltre un anno di curare i senza tetto, coloro che sono ai margini della società e che liberamente possono accedere al mio studio.

Sono momenti per me bellissimi, perché queste persone hanno una storia, a volte tragicomica, a volte commovente, a volte straziante, ma tutte, proprio tutte quelle che ho incontrato sono riconoscenti di quel tempo che dedico loro.

Un tempo che mi arricchisce e che, spero, mi rende una persona migliore.

Il mio compito, quello che sento nel profondo è di migliorare la qualità di vita delle persone, ma quello che ho imparato in questi anni è che non si deve mai andare contro a quelli che sono i propri principi.

E uno dei principi fondamentali della mia vita è quello di provare a migliorare la qualità di vita delle persone, con la mia presenza e talvolta, con la mia assenza.

 

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