La passeggiata settimanale: Leggere, ovvero vivere!

Sapete qual è la cosa che mi piace più fare oltre a praticare l’ars medica?

Leggere.

Sono sempre stata circondata dai libri, grazie a mio padre che ne ha  collezionati, o forse il temine più adatto è accumulati, tantissimi.

Non c’è mai stata una zona della mia casa di bambina in cui non ci fossero libri o fumetti o cataloghi.

Quando capitava di andare al mare o in vacanza, oppure anche solo in centro a Prato, non mancava mai la sosta al banchino dei libri, attrazione che mio padre deve avere ben radicata dentro considerando che ancora oggi organizza mercatini di libri un po’ in tutta la provincia!

Quello che differenzia me da mio padre nella comune passione per i libri, è che lui li ama come oggetti, io ne divoro il contenuto.

Se sono quella che sono oggi lo devo a tutte le lettura che ho fatto e a tutte le situazioni che con i personaggi ho vissuto; in qualche modo mio padre mi ha dato gli strumenti per cavarmela nella vita!

Ci sono stati momenti  in cui ho avuto un blocco del lettore (uno dei più lunghi durante il tentativo, infine riuscito di leggere IT di Stephen King),  ma appena ripreso non riesco più a smettere e diventa un momento di piacere e di evasione.

Con l’avvento dei social, sopratutto twitter, ho incontrato molte persone come me e durante una piacevole conversazione con @signor_w0lf  ho capito quanto siano state importanti per me le letture che ho fatto.

Si leggono spesso aforismi in cui ti viene spiegato che la lettura è importante, che leggere ti apre la mente, che se leggi avrai vissuto non una ma mille vite… ma è  stata la conversazione con @signor_w0lf  a farmi capire quanto questo sia vero e stamattina vorrei parlarne con voi e spero di riuscire a farvi capire il mio punto di vista.

In altre occasioni ho avuto modo di palesare la mia visione della vita e in molte occasioni vi ho detto quanto le mie idee mutino riguardo ai più disparati argomenti.

Le idee nella mia testa si sono formate  negli anni, attraverso il dialogo con altri individui e esperienze di vita personali, ma quel punto di vista è sempre il mio, ogni volta che mi imbatto in un’azione il giudizio è dato da me, con gli strumento che ho a disposizione in quel momento.

Quando leggo, invece, il punto di vista non è più il mio, ma quello dell’altro, conosco i suoi pensieri, la sua storia, il perché è  giunto a quella situazione: insomma ne capisco il percorso e così, spesso grazie a questo, imparo a comprendere anche i comportamenti delle persone reali.

Per esempio leggendo “Le correzioni” di Franzen ho capito quanto i condizionamenti sociali possano influenzare i rapporti tra i familiari e forse ho compreso qualcosina di più di certi atteggiamenti dei miei genitori.

Leggendo “Anna Karenina” di Tolstoj mi si è aperto un mondo sul concetto di felicità individuale e di quanto questo possa mutare a seconda del contesto  in cui si esplicita.

Leggendo “Doppio Sogno” di Schnitzler ho cambiato il mio approccio al tradimento.

Quello che davvero è cambiato con tutte le letture che ho fatto è il modo di rapportarmi con le altre persone: oggi, rispetto a qualche anno fa, cerco, senza quasi mai riuscirci in realtà, di capire il loro punto di vista, ricordando che dietro quel comportamento c’è una storia che forse, vale la pena di essere conosciuta e forse, solo forse, di essere raccontata.

In conclusione, leggete, più che potete, non perché questo vi farà essere cool, o non solo perché la cultura è importante, ma perché leggendo imparerete a conoscere il vostro collega, il vostro vicino, i vostri figli, il vostro compagno migliorando così le vostre relazioni.

Bene, ditemi cosa ne pensate e spero che possa nascerne una bella discussione.

 

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