La long covid syndrome si sta palesando sempre di più nel mondo e sempre più studi la stanno prendendo in esame per cercare di capirla e curarla.
Cominciamo con definire di cosa si sta parlando, intanto non è una malattia, ma una condizione complessa e il national Institute for Health and care Excellence la descrive così: “segni e sintomi che si sviluppano durante o dopo un’infezione coerente con Covid-19 che continuano per più di 12 settimane e non sono spiegati con una diagnosi alternativa”, ma il quadro epidemiologico della sindrome è poco ben definito.
Ma quali sono questi segni e sintomi di cui parla la NICE?
Uno studio in preprint descrive almeno 205 diversi sintomi tra i quali la perdita dell’olfatto e del gusto, astenia, affaticamento, insonnia, dispnea, confusione mentale.
In questo studio su 1700 pazienti intervistati 600 hanno dichiarato di avere sintomi dopo 6-12 settimane.
Chi è più a rischio di sviluppare il long covid?
Di sicuro i pazienti più anziani, le donne e chi nella fase acuta di malattia ha presentato più di cinque sintomi a prescindere dalla loro natura e dall’ordine in cui si sono manifestati.
Il long Covid si prospetta come un ulteriore sfida per il medico di medicina generale che accoglie per primo il paziente negativizzato e deve riuscire a non cedere alla tentazione di sottoporlo ad un numero di esami eccessivo e allo stesso tempo ascoltarlo, comprenderlo e rassicurarlo nei limiti del possibile, farlo diventare insomma il miglior alleato per capire e poi sconfiggere questa complicanza della pandemia, che rischia di interessare milioni di persone nel mondo e per molto tempo.
Dal mio piccolo punto di osservazione questa sindrome è molto diffusa, molti dei pazienti che ho visitato e che sono sopravvissuti alla fase acuta ne sono affetti, quello che posso fare è informarmi, leggere, confrontare gli studi e infine essere loro vicina e appena saranno disponibili nuove strategie di cura essere in prima linea.
Anche per questo è importante vaccinarsi, perché anche se la fase acuta passa tutto sommato in modo sopportabile, non è detto che la Covid se ne vada del tutto.