Spunti di riflessione: Quando una donna non viene – da “internazionale 1413”

Come spesso accade ci si imbatte in articoli interessanti quando meno ce lo aspettiamo; stavo leggendo la mia copia settimanale di “Internazionale” quando mi trovo a legger un articolo che tratta di donne che non riescono ad arrivare all’orgasmo.

“Grazie ma non vengo” è un articolo scritto da Katharine Smyth e pubblicato su The Atlantic .

Tutti i movimenti femministi fin dagli inizi hanno rivendicato l’importanza dell’autoderminazione della donna anche in ambito sessuale, sottolineando quanto il controllo delle nascite, ma sopratutto la ricerca del piacere fosse fondamentale per una totale libertà di espressione e parità di genere.

Quello su cui Katharine Smyth ci fa riflettere è proprio il significato di piacere.

Una volta su Twitter in una discussione su questo tema, ricordo che una utente femminsta sosteneva che non era possibile provare piacere praticando sesso orale estremo, perché non era possibile, secondo lei provare piacere con quella pratica, ma solo dolore, umiliazione e c’era nella natura stessa dell’atto una sottomissione al patriarcato, poco importava se alcune donne dichiarassero di provare piacere in quel modo: il piacere deve essere dunque qualcosa di diverso, deve essere qualcosa che si va ad identificare con l’orgasmo.

Già in quella discussione percepii qualcosa di profondamente sbagliato nella lettura della questione da parte dell’utente femminista: come si può farsi portavoce dell’esperienza di un’altra persona? Perché non si deve credere a quello che dice, invece di dare per scontato che il proprio punto di vista sia quello giusto.

L’articolo che ho letto mi ha dato le risposte che cercavo.

Katharine è una donna che non raggiunge l’orgasmo, è una donna che ha fatto pace con questa parte di lei e adora fare sesso.

Sembra impossibile, ma dichiarare apertamente di non raggiungere l’orgasmo è la fine della sua vita sessuale, il maschio eterosessuale non accetta di non soddisfare la donna.

Non accetta di non soddisfare la donna dando lui stesso i parametri per determinare questa soddisfazione: il raggiungimmento dell’orgasmo.

A nulla è servito spiegare che il sesso è piacevole in tutta la sua complessità e che se Katharine non ha interesse a raggiungere l’orgasmo prova piacere comunque, il maschio sente che il suo di piacere non è completo se la donna non è soddisfatta (di nuovo secondo i suoi parametri).

Una donna deve raggiungerlo, ma non per se stessa, ma come gratificazione dell’uomo, omaggio e conferma della sua virilità, l’orgasmo allora ancora una volta si fa mezzo del patriarcato per sottometterla e ringraziare il maschio che le fa dono di questo piacere.

Allora cosa ne pensate?

Se avete modo leggetelo perché è davvero molto interessante, corredato da cenni storici sul ruolo del piacere femminile nella società, nella storia e nella vita di ognuno di noi.

2 Risposte a “Spunti di riflessione: Quando una donna non viene – da “internazionale 1413””

  1. Sono dell’idea che la questione del mancato raggiungimento dell’orgasmo, vista come visione di mancato appagamento della componente virile, sia una cagata abbastanza grossa. Non nego che ci siano individui di sesso maschile ossessionati dalla cosa, ma è vero anche il contrario, e non mi si venga a dire che è riflesso del patriarcato. Se un uomo non viene durante il rapporto sono pronto a scommettere che moltissime donne si sentirebbero frustrate o non totalmente appagate. Anche perché il sesso è condvisione. Se uno dei due non è pienamente soddisfatto è normale il partner possa sentirsi a disagio. Finanche inadeguato…

    1. Davvero non so rispondere, perhcé non ho mai letto storie di uomini che non raggiungono l’orgasmo, mentre le loro partner sì, però non nego che mi piacerebbe conoscere esperienze del genere.

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