Du côté des livres: Maigret e i testimoni reticenti

Immaginate di svegliarvi un mattino come tantissimi altri e di essere in procinto di andare al lavoro.

Ora, immaginate che un particolare, in modo repentino distrugga la routine che annulla il trascorre del tempo e vi catapulti nel qui e ora.

Questo ciò che accade a Maigret, si alza, si veste, sta per uscire e percorrere la strada che lo porta al Quai des Orfèvres, quando la moglie gli porge una sciarpa per ripararsi dal freddo parigino.

Come un’epifania gli anni gli cadono addosso e si vede per quello che è: un’anziano commissario ormai prossimo alla pensione.

E’ con questi pensieri ombrosi che inizia questo caso, che trova la sua forza nelle atmosfere descritte, che Simenon con la sua sapiente penna riesce a rendere reali.

Una vecchia casa, sede di una vecchissima ditta di biscotti ormai dimenticati; un omicidio, in quella stessa casa, privo di senso, privo di movente, in apparenza almeno.

I testimoni del titolo sono i familiari, lugubri, sospesi in un tempo che c’era e che non esiste più, intenti a mantenere viva una classe sociale che si è dissolta nel tempo, come la nebbia ai primi raggi del sole.

A complicare le cose al commissario, un giovane giudice, che porta la modernità in un metodo, quello di Maigret, che ha le radici sprofondate in un mondo antico, fatto di intuizioni e di domande, di interrogatori e di silenzi, di comprensione, ma anche di pugni di ferro.

Uno dei racconti più intensi sul piano emotivo, per questo scontro tra il vecchio e il nuovo, tra generazioni che non si comprendono, che, addirittura, sembrano non perseguire lo stesso scopo.

La casa dove è avvenuto l’omicidio diviene simbolo di un’epoca che non esiste più e i suoi abitanti si dividono tra chi non vuol vedere il trascorrere del tempo e chi suo malgrado è rimasto invinghiato in quella ragnatela, ma vuole in ogni modo scappare, assaporare il calore del sole e lasciare quella nebbia che non permette di andare avanti.

Una volta conclusa la lettura si tira un sospiro di sollievo e si sente l’esigenza di respirare a pieni polmoni l’aria salubre dei nostri giorni, perché per quanto la nostalgia del passato possa essere piacevole, se contemplata troppo a lungo può stringere in un abbraccio mortale

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