Du côté des livres: End Zone – Don DeLillo

End zone è diverso da tutto quello che si può immaginare, è oltre la letteratura e il contenuto; è linguaggio e parole, è emozione che nasce dal continuo contorcersi della sintassi su se stessa.
Non c’è una trama che coinvolga o che appassioni, c’è solo una sapiente maestria nel trovare le parole giuste che creino una sinfonia piena di sussulti e vita che è davvero difficile trovare in altri autori.
Scorrendo le pagine si ha la sensazione che il suo autore sia guidato da qualcosa mentre scrive, che tutto sia in divenire e che ciò che racconta sia altro, come se quelle parole che costruiscono la storia siano criptate e che il lettore debba trovare la chiave per capirne a fondo il significato celato.
L’unico modo per lasciarsi travolgere da questo fiume in piena di termini è ascoltare e continuare comunque anche se non si capisce, anche se un intero capitolo su un incontro di football descritto con termini tecnici di cui si ignora il significato può sembrare troppo; ogni capitolo che si conclude lascia arricchiti; si esplorano campi semantici sconosciuti, associazioni di idee inedite; nonostante sia stato scritto negli anni settanta, sono i personaggi ad essere veri e profondi; descritti con la maestria della semplicità, senza invedenti particolari, solo l’essenziale è raccontato, ma quanta anima e quanta sensibilità in ogni piega dei loro dialoghi, quando appaiono attuali questi ragazzi di quarant’anni fa, con le loro paure, il loro individualismo, le loro crisi.
Vengono toccati innumerevoli temi, la guerra, lo sport, l’amore, la religione e tutto in modo lieve e profondo allo stesso tempo, deformato dalla visione di questi ragazzi le cui vite, come due biglie in movimento in una conca si sfiorano e si allontano, si urtano e si uniscono emanando un’energia tale da condizionare il mondo intorno, del tutto inconsapevoli della loro potenzialità.
Questo è uno di quei rari libri che va oltre al piano narrativo, che appare quasi banale e inutile: la stagione sportiva di una squadra di football texana.
La magia sta tutta nella realtà che descrive, nell’universalità di ciò che si racconta, di come quelle piccole vite, vissute in quelle piccole stanze diventino la Vita e la Morte e come queste pulsioni possano coesistere insieme nelle stesse persone.
Ci sono dei personaggi che non potranno mai più essere dimenticati e interi capitoli che dovranno essere riletti.
Un testo che può essere letto da tutti e che credo debba trovare la sua perfezione in lingua originale.

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