La sala d’attesa: Tutti i milioni di Paperone – Il 20° milione

Uno dei miei fumetti preferiti e uno dei primi che abbia mai letto è “Topolino”.

Posseggo circa mille libretti più molti altri tra Almanacchi, Classici, Super classici e raccolte, ma il mio autore preferito tra tutti quelli che ho avuto il piacere di leggere è uno contemporaneo:

Fausto Vitaliano

Fausto Vitaliano è uno dei tanti sceneggiatori presenti su Topolino e ha scritto moltissime storie tra cui quella che andrò a commentare tra poco.

Perchè mi piace così tanto questo autore e perché rileggo le sue storie fino ad impararle quasi a memoria?

Perché oltre ad una propietà di linguaggio notevole e ad un senso dell’umorismo che adoro, la sua scrittura trasmette emozioni, riesce a trafigurare i personaggi disegnati in concetti e in sensazioni: così le gag con le quali riempie gli  spazi, quasi a sdrammatizzare i concetti che vogliono uscire, diventano la parte predominante e il ciniscmo quasi un’arma di difesa per spiazzare il lettore, affinchè i numerosi piani di lettura presenti nelle sue storie si confondano in un unico armonioso dipinto che lascia  la sensazione di aver letto qualcosa che va oltre la semplice avventura di un personaggio inventato.

Questo accade anche nella storia che trova posto in “Topolino 3229”:

Tutti i milioni di Peperone – Il 20° milione

Questo è l’ultimo capitolo di una saga decennale, in cui Paperon de’ Paperoni , il papero più ricco del mondo, racconta uno ad uno i primi venti milioni guadagnati, con un canovaccio che è sempre uguale a se stesso, ma che trova in questo continuo ripetersi, variando solo occasioni e possibilità, la forza di un sogno, la radicalità di un’idea: perseverare, continuare a credere in se stessi anche quando nessuno lo fa, anche quando tutto sembra andare per il verso sbagliato;

quasi il giovane Paperone sembra dire “se non credo io in me stesso chi devrà mai crederci”?

In questo ultimo episodio, non cambia la struttura che sottende allo svolgimento:

Paperone invita familiari e amici in un teatro e lì, tra il poco entusiasmo degli astanti, sopratutto di Paperino, inizia il suo racconto: attraverso una serie di conferenze da lui tenute con lo scopo di insegnare a dei giovani volenterosi come diventare milionari, ma alla fine i conti non tornano, un marrano non ha pagato il biglietto e quindi Paperone andrà per il mondo a cercarlo, per recuperare quei soldi che faranno cifra tonda.

E’ in quel viaggio, in quegli incontri che la poetica di Vitaliano trova la sua forza, in quegli uomini che con idee bislacche sanno che conquisteranno il mondo, lo stesso Paperone dubita di loro, ma si percepisce che lui ha venduto loro più di un consiglio, lui ha tramesso loro la fiducia in loro stessi, la forza di un sogno, la verità di una passione.

Allora il lettore può immedesimarsi ora in Paperone, ora in uno degli adepti, ora in Paperino che finge di non sopportarlo, ora nel suo eterno rivale.

Tutto questo è raccontato con un lessico che incanta e con una fluidità che incastra momenti più seri a momenti esilaranti.

Se non bastasse questo, a rendere piacevole la lettura, ci sono i disegni di Paolo Motura che contribuiscono con le loro  linee morbide e la loro capacità di far vivere i personaggi facendoli parlare col corpo.

Ci sono punti deboli? Forse sì, ma ho premesso che Fausto Vitaliano è il mio autore preferito e se difetti ce ne sono, perdonatemi, ma proprio non ne vedo.

Buona lettura!

 

2 Risposte a “La sala d’attesa: Tutti i milioni di Paperone – Il 20° milione”

  1. Ottima recensione, ma un paio di cosette sul ventesimo vanno dette.
    In questa puntata Vitaliano ha un grosso merito: staccarsi dal canovaccio dell’idea saltata fuori a caso e che si rivelava vincente rispetto ad un’altra base che sorreggeva la trama, abusata nelle puntate precedenti. Lessico fantastico, disegni straordinari ed un’ottima idea di fondo hanno reso la storia buona e godibile, ma, secondo me, questo episodio ha tutti i pregi ed i difetti del Vitaliano attuale: poste le qualità indubitabili su lessico e fantasia, ecco trovo che forse un po’ di sintesi avrebbe giovato alla puntata, come a tante ultime trame sì buone, ma un poco dispersive qui e lì. Ciò non toglie che Vitaliano sia semplicemente un grande: limasse gli eccessi nella gestione della storia, sarebbe ancora più grande!

    1. Di sicuro quello che dici è vero, ma io mi immergo così tanto nella sua scrittura che mi avvolge e mi incanta, che non riesco a vedere il suo eccesso come qualcosa di poco piacevole. Ma quello che dici è indubbiamente vero!

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