La pillola della sera: la fine di un libro

Mentre scrivo mi sto apprestando a finire di leggere “Infinite Jest” di Wallace, quel libro per il quale ho sospeso l’aggiornamento del blog per un po’.

E’ un libro molto lungo, il primo che ho deciso di prendere in prestito dalla meravigliosa biblioteca della mia città, una delle cose più belle che siano state fatte a Prato negli anni in cui io ho vissuto.

La biblioteca Lazzeriniana è stata costruita nella ex-Capolmi nel cuore del centro storico.

La ex-Campolmi è una fabbrica, con tanto di ciminiera altissima che è un po’ il simbolo della mia città fatta di operai e di imprenditori, di lana, rocche e pezze di tessuto.

Entrare in quella struttura e respirare l’odore dei libri, che si possono prendere quasi nella totalità in prestito, sapere che in quei corridoi operai hanno lavorato, vissuto, prodotto è una sensazione davvero unica e particolare.

Ma non voglio divagare, parlavo della fine di un libro.

Mancano venti pagine, è tutto il giorno che mancano venti pagine, non trovo il coraggio di finirlo.

Mi ha fatto compagnia per 1400 pagine, due mesi quasi e adesso è dentro di me, le immagini, gli stati d’animo sono lì e lì rimarranno.

Solo un altro libro, dei molti che ho letto, mi fece lo stesso effetto: Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

Il mio scrittore preferito è Gabriel garci Marquez di cui ho letto quasi tutto (quei pochi che non ho ancora letto li centilino), ma i miei libri preferiti, adesso, sono due:

  1. Il ritratto di Dorian Gray
  2. Infinite Jest

A breve una mia opinione su questo meraviglioso capolavoro.

 

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