La pillola della sera: il paziente informato.

Il paziente informato giunge allo studio con un’idea più o meno precisa di quello che ha e a volte cerca di far sapere al medico cosa si è autodiagnosticato.

A molti colleghi questo atteggiamento dà fastidio perché sembra minare la loro autorevolezza, ma secondo me non è così, per me è un motivo per informarmi e spesso dico ai pazienti di portare i link o gli articoli che hanno letto e ne parliamo insieme.

A volte da queste chiaccherate son venute fuori anche cose molto interessanti e utili per la diagnosi: il paziente, secondo me, va sempre ascoltato perché solo lui sà quello che sente e se si riesce a comprendere a fondo quello che ci descrive allora il paziente è di aiuto e non di impaccio

Il paziente è per prima cosa una persona che ha bisogno di aiuto e un individuo che ha paura, perché sul web ci sono molte informazioni, ma non tutte rassicuranti.

Io credo che apparire infastiditi da chi vuol avere delle informazioni non fa altro che svelare le insicurezze del medico che invece deve, per ruolo, infondere sicurezza.

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