La pillola del mattino: La fiducia nel rapporto di lavoro, cosa rappresenta per me

Avete trascorso una bella e serena festa ieri?

Io per fortuna sì, mi sono riposata ed ho iniziato a leggere “I fratelli Karamazov” ultima fatica di Dostoevsky.

Per ora ne ho letto solo una cinquantina di pagine ma il buon vecchio Fedor non delude mai, fin dalla prima pagina.

Vi aggiornerò in seguito sulla mia felicità (o infelicità chissà) nel leggerlo.

Ieri, come dicevamo era la festa dei Lavoratori (non amo chiamarla festa del Lavoro perché non ritengo che il lavoro vada festeggiato, sono coloro che lo scambiano con la risorsa più preziosa che abbiamo ad essere festeggiati) e in Italia si sono svolte molte manifestazioni, alle quali io non ho partecipato, standomene a casa a riposarmi, ma almeno mi consolo col non aver costretto nessuno a lavorare per me!

Scherzi a parte volevo con quest’occasione sottolineare un concetto che mi sta tanto a cuore quello della fiducia che si deve instaurare in qualsiasi tipo di rapporto di lavoro e la fiducia deve essere reciproca: questo a volte ci si dimentica, o almeno io lo dimentico.

Nella mia professione questo concetto ha un valore ancora più profondo perché il rapporto di fiducia sta alla base di tutta la relazione e non può essere ignorato, pena la completa compromissione del rapporto stesso.

Se su questo, immagino, siamo tutti d’accordo, la domanda è una sotanto:

cosa si intende per fiducia?

Se andiamo a leggere sul vocabolario la definizione questa è la risposta:

fidùcia s. f. [dal lat. fiducia, der. di fidĕre «fidare, confidare»] (pl., raro, –cie). – Atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità.

Dunque la fiducia, come spesso dico, non può essere immediata e ottenuta soltanto con la presentazione di una laurea, ma deve seguire ad una valutazine dei fatti, delle circostanze, delle relazioni e queste azioni devono avere un esito positivo.

Quante volte nel rapporto di lavoro la fiducia viene a rompersi per un episodio?

Tante, troppe.

Dunque la riflessione prende una strada molto intricata e molto difficle da percorrere:

può un episodio distruggere la fiducia in una persona?

Credo che la risposta, se la fducia era reale e non solo apparente, sia no.

Eppure molto spesso mi è capitato di incrinare, se non proprio rompere un rapporto di fiducia con dei pazienti sulla base di un episodio, di una incompresione e questo solo a causa della mia mancanza di sicurezza e della mia debolezza, poiché pongo alla base della relazione con i pazienti la fiducia, ahimè, quasi incondizionata: credo che dovrei rivedere un po’ le mie aspettative e sopratutto le mie pretese!

Posso dire a mia discolpa, per ogni singola volta che questo è successo, che la mia reazione forte e aggressiva (immagino che così possa apparire a chi è oggetto delle mie recriminazioni) non è altro che la delusione di non essere riuscita ad essere per il paziente colei che lo tranquillizza e del quale può, appunto fidarsi.

E per voi cos’è e cosa rappresenta la fiducia nel vostro rapporto di lavoro e volendo espandere il concetto nella vostra vita?

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