L’approccio al paziente come abbiamo visto ieri è davvero molto importante.
Le malattie infettive sono subdole e proprio per questo motivo la collaborazione tra medico e paziente è fondamentale.
La raccolta dell’anamensi è importante, conoscere le abitudini del paziente, sia alimentari che sociali, sessali e familiari è di importanza cruciale nel processo terapeutico che seguirà quello diagnsotico.
Ci son malattie che hanno carattere fulminante e che per essere sconfitte devono essere trattate ancora prima che il patogeno sia identificato, penso per esempio ai germi che causano meningite, ma quando possibile è sepre meglio riuscire a intraprendere una terapia mirata.
Il medico deve utilizzare tutte le frecce al suo arco e non deve mai cedere alla tentazione di fare una diagnosi semplice: tutto deve essere chiaro nella sua mente e se non lo è deve cercare di renderlo il più chiaro possibile, poiché, appunto le malattie infettive sono subdole.
Nel periodo invernale le malattie infettive sono quelle che più si presentano alla mia attenzione e che più di altre mettono a dura prova la mia capacità diagnostica: troppo spesso ad un paziente con la febbre viene diagnosticata l’influenza, quando in realtà l’infezione è mediata da un virus parainfluenzale.
Se da un punto di vista del paziente la differenza potrebbe sembrare una banalità, quasi una questione semantica, non lo è da un punto di vista pratico: infatti un virus parinfluezale causa, il più delle volte, un’infezione piuttosto importante, ma risolvibile in pochi giorni, che non lascia postumi e che raramente evolve in complicazioni; molto diverso da un virus influenzale che è causa di temperature corporee sopra i 39°, dolori articolari lancinati e spesso conseguenze piuttosto importanti, come polmoniti, broncopolmonite e nei casi più gravi encefaliti.